︎︎︎ MELA CIUCCA
O MUSO DI BUE






Le piante madri sono state ritrovate a Gualdo Tadino (PG), ma questa varietà è diffusa maggiormente nell’area dell’alta collina e montagna del comune di Foligno ed in definitiva in tutto l’Appennino Umbro Marchigiano. Non si conosce da dove abbia preso origine, ma è molto adatta alla coltivazione in alta collina e montagna.. L’albero è poco vigoroso e rustico, a chioma ristretta; produce in maniera alternata, fiorisce in epoca medio tardiva. Il frutto è medio grande (gr. 160-180), di forma allungata, con caratteristico restringimento nella metà circa dell’asse verticale, che gli conferisce una forma quasi di pera rovesciata. Il peduncolo è medio lungo inserito in una cavità profonda e acuta, mentre la cavità calicina è quasi assente o molto superficiale. La buccia è spessa, liscia, di colore verde giallo con striature rosso vivo soprattutto dalla parte del sole, con lenticelle evidenti bianche. La polpa è bianca, acidula, aromatica e croccante, non molto succosa, ma di buona qualità. Viene raccolto tradizionalmente in ottobre e si conserva in fruttaio nella paglia o sopra della carta, fino alla primavera successiva. Questa mela si adatta al consumo fresco e alla cottura. Deve il suo nome alla forma che si ricorda quella del muso del bue; fa parte probabilmente del gruppo delle mele Musone o Nasone. Viene già nominata e descritta da Mattioli nel 1568. In alcuni quadri di Carlo Crivelli, pittore che dipinse molto nelle Marche intorno alla metà del Quattrocento, è raffigurata quasi certamente questa mela.
The mother plants were recovered in the area of Gualdo Tadino (Perugia) but this variety is mostly widespread in the high hills and mountains of the Foligno’s area and in all of the Umbria-Marche Appennines. Its origin is unknown but it is very suitable for cultivation in the high hills and in the mountains. The tree is vigorous and hardy, with a compressed crown; it crops every other year and blooms mid-to late season. The fruit is medium-large, elongated and with the typical indentation midway on its vertical axis, making it resemble an upside-down pear. The stem is medium-long and inserted in a deep and acute cavity while the calyx is almost non-existent or very shallow. The skin is thick, smooth, a green-yellow colour with red streaks mostly from the sun, and white, marked lenticels. The flesh is white, slightly sour, aromatic and crisp, not very juicy but of very good quality. It is traditionally harvested in October and is stored in the fruit-house, placed in the straw or over paper, until the following spring. This variety is suitable to be eaten fresh and for cooking. It owes its name to its shape resembling the snout of an ox. It may belong to a group of apples called Musone or Nasone (Big Snout or Big Nose). It was already mentioned and described by Mattioli in 1568. Very possibly this apple is depicted in a few paintings by Carlo Crivelli, a painter from the 1400’s who worked a great deal in the Marche region.


Dedicated to our
beloved Mary Rice.